Il Bosco, la bellezza dei suoi colori, gli asparagi selvatici, i funghi...

Il bosco di proprietà comunale è situato prevalentemente nella parte orientale del territorio comunale a ridosso dello spartiacque tra i fiumi Basento, lungo il versante fluviale sinistro, e Salandrella lungo il versante fluviale destro, al confine con il comune di Ferrandina ad est, di San Mauro Forte a sud, di Garaguso ad ovest, e Grassano – Grottole a nord, in posizione quasi baricentrica tra i due capoluoghi di Potenza e Matera.

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La formazione forestale prevalente è il Cerro e il Farnetto, attualmente in fase di conversione ad alto fusto, con una storia degli ultimi decenni del tutto particolare che ha condizionato l’attuale struttura della compagine arborea. Per questo bosco, verso la metà degli anni ‘50, l’Amministrazione comunale programmò di quotizzare la superficie per destinarla a coltura agraria, cedendola ai cittadini locali, giacchè nel meridione era ancora sentito il fenomeno della “fame di terra”. Sia pur in sfregio alle leggi allora vigenti, fu praticato un taglio raso su ampia superficie; poco prima dello svellimento delle ceppaie, però, fu propizio il cambio dell’Amministrazione comunale che, invece, decise di far “rifiorire il bosco”, continuando la conservazione dello stesso. Da allora il ceduo è stato lasciato alla sua libera crescita fino al 2003, quando il Comune decise di intervenire selvicolturalmente praticando interventi selettivi per l’avviamento ad alto fusto su gran parte della superficie. Il ceduo matricinato si è continuato a mantenere su una piccola area là dove la fertilità del terreno si è ritenuta scarsa o mediocre.

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Le specie arboree che meglio si sono conservate nel tempo e che più di altre hanno reagito agli interventi antropici (tagli, incendi e pascolo) sono le querce caducifolie; tanto è attribuibile alla spiccata facoltà pollonifera e alla protezione verso gli incendi garantita più o meno adeguatamente dal notevole spessore del ritidoma. Altra specie come il Sorbo comune, il Sorbo ciavardello, il Melo ed il Pero selvatico, di rilevante importanza per la stabilità degli ecosistemi anche perché produttori di frutti, avendo minore potere di competitività, non riescono quasi mai ad affermarsi. Anche lo strato arbustivo risente considerevolmente delle attività umane; Ruscus aculeatus L. e Osyris alba L., rifiutate dagli animali pascolanti, si sono diffuse in quantità esagerata. Invece, Cornus mas L. e, soprattutto, Crataegus monogyna Jacq., buoni produttori di frutti, stentano a diffondersi, pur avendo buone potenzialità ambientali.

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La vegetazione reale del bosco di Salandra precisamente si colloca nell’area delle latifoglie eliofile a vegetazione submediterranea rappresentata da boschi di querce caducifoglie, Corilofrassineti, Orno-ostrieti e Castagno. Caratterizzano questa formazione boschiva la presenza costante e puntuale di latifoglie eliofile decidue i cui componenti principali, nel nostro caso, sono il Cerro (Quercus cerris L.) ed il Farnetto (Q. frainetto Ten.). Il bosco, pertanto, è da considerarsi misto, anche perché vi compenetrano specie sia termofile che termomesofile. Nelle zone a fertilità mediocre o scarsa con esposizione soleggiata, si diffondono più agevolmente l’Acero minore (Acer monspessulanum L. subsp. monspessulanum), la Roverella (Q. pubescens Willd. subsp. pubescens), il Carpino orientale (Carpinus orientalis Miller subsp. orientalis) e l’Orniello (Fraxisun ornus L. subsp. ornus). Una discreta diffusione assume il Corniolo (Cornus mas L.) nei terreni a media fertilità; vanno invece considerati sporadici il Sorbo comune (Sorbus domestica L.), il Sorbo ciavardello [S. torminalis (L.) Crantz], il Pero selvatico (Pyrus communis L.) e il Melo selvatico [Malus sylvestris (L.) Miller]. Lo strato arbustivo è rappresentato da specie che tipicamente accompagnano le querce caducifoglie: Biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), Prugnolo (Prunus spinosa L. subsp. spinosa), Rosa canina (Rosa canina L.) e Pungitopo (Ruscus aculeatus L.). Ponendo in relazione la distribuzione delle specie forestali arboree con la fertilità del terreno si osserva che l’Acero minore, il Carpino orientale, l’Orniello e la Roverella sono maggiormente presenti nei terreni a fertilità scarsa, il Farnetto in quelli a fertilità mediocre, il Corniolo in quelli a fertilità buona e il Cerro in quelli a fertilità ottima.

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Le Podoliche e il Bosco

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